Bonus mobili confermato anche nel 2026: elettrodomestici e TV ancora con detrazione al 50%

La prospettiva di perdere un aiuto concreto per arredare e aggiornare la casa ha creato apprensione tra le famiglie italiane che, negli ultimi anni, hanno avviato lavori di ristrutturazione. Dopo una fase di incertezza e comunicazioni contraddittorie, il Governo ha fatto un passo indietro: il Bonus mobili e per i elettrodomestici è stato confermato per il 2026. Questo cambiamento evita uno stop brusco alle agevolazioni legate ai cantieri domestici e offre continuità a chi ha pianificato interventi per migliorare l’abitazione.
Un clima di attesa che riguarda soprattutto chi ha già sostenuto spese di ristrutturazione nei mesi scorsi o che intende investirvi per ridurre consumi energetici. La detrazione sulle spese per lavori edilizi resta al centro del provvedimento: non è stata approvata la riduzione che era stata ipotizzata, vale a dire la diminuzione dal 50% al 36% per le abitazioni principali e dal 36% al 30% per le seconde case. Lo raccontano i tecnici del settore e diversi operatori del mercato immobiliare: era difficile giustificare un taglio mentre si promuove la riqualificazione energetica, un dettaglio che molti sottovalutano.

la conferma e i limiti: come funziona il bonus nel 2026

La proroga mantiene le regole principali già in vigore: il Bonus mobili rimane collegato agli interventi di ristrutturazione dell’abitazione e conserva le condizioni pratiche note ai contribuenti. Per ottenere l’agevolazione nel 2026 sarà necessario che i lavori di ristrutturazione siano stati avviati nel corso dell’anno precedente all’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici; in termini pratici questo significa che le opere devono essere iniziate a partire dal 1° gennaio 2025. Il tetto di spesa utile alla detrazione resta fissato a 5.000 euro per nucleo familiare, con percentuale di detrazione pari al 50% per le condizioni previste. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la necessità di conservare la documentazione dei lavori: fatture, bonifici e permessi servono per dimostrare il diritto all’agevolazione.

Resta fermo anche il vincolo del pagamento tramite strumenti tracciabili: solo così si dà prova delle uscite e si accede al beneficio, per questo il requisito dei pagamenti tracciabili è centrale nella pratica quotidiana di chi ristruttura. Alcune misure collegate, come il Bonus barriere architettoniche al 75%, non hanno ancora ricevuto conferme definitive: permangono quindi zone d’ombra che attendono decreti attuativi e istruzioni amministrative. La rateizzazione delle detrazioni — l’ipotesi di passare da una ripartizione in dieci anni a cinque — appare complessa per i conti pubblici e difficilmente praticabile senza ulteriori interventi normativi. Molti cittadini, nel frattempo, aspettano le comunicazioni ufficiali per pianificare acquisti di mobili ed elettrodomestici senza sorprese, una scelta che incide anche sul mercato dell’arredamento e sull’efficienza energetica delle abitazioni italiane.