In una sede Caf di città, una coppia con due figli si confronta con una domanda semplice e fastidiosa: «La casa di proprietà ci fa perdere aiuti?» La scena è familiare a molti operatori dei servizi sociali e alle famiglie che ogni stagione rinnovano l’ISEE. Con la manovra 2026 arriva una revisione che punta a ridisegnare i criteri: non è solo un aggiustamento tecnico, ma un tentativo di pesare diversamente valori, redditi e composizione familiare.
come cambia il calcolo: meno peso alla casa, più attenzione ai redditi reali
Il Documento Programmatico di Bilancio approvato il 14 ottobre 2025 introduce modifiche concrete al modo in cui si costruisce l’indicatore. In pratica, il valore dell’abitazione — sia che si tratti della prima casa sia di altri immobili — perderà parte del peso che aveva finora nel computo del patrimonio. Il ragionamento alla base è semplice: non tutte le proprietà corrispondono a capacità di spesa, specie quando l’immobile è poco pregiato o gravato da mutuo.
Accanto a questo arriva una rivalutazione della scala che determina il peso della famiglia: la cosiddetta scala di equivalenza sarà tarata in modo più favorevole per le famiglie numerose e per chi ha esigenze particolari, come la presenza di persone con disabilità. A parità di patrimonio, una famiglia con più figli vedrà quindi un indicatore più basso, con ricadute dirette sull’accesso a prestazioni come l’Assegno Unico o tariffe agevolate.
Un dettaglio che molti sottovalutano è il maggiore rilievo attribuito al reddito reale: i flussi monetari certificati avranno un ruolo più centrale rispetto ai soli valori catastali. Questo significa che chi vive in affitto, con redditi bassi ma senza patrimonio immobiliare, potrebbe trovarsi in una condizione più favorevole. Lo raccontano i tecnici che hanno partecipato alle simulazioni, e lo notano anche gli operatori dei Caf nelle grandi città.
chi ci guadagna, chi rischia di perdere e gli altri interventi per le famiglie
Le modifiche delineano vincitori e perdenti: a trarne beneficio saranno principalmente le famiglie con figli, chi vive in affitto e chi possiede una prima casa di valore contenuto. Per questi nuclei il nuovo bilanciamento tra patrimonio e reddito può tradursi in maggiore accesso a misure sociali e sgravi. Al tempo stesso, i nuclei senza figli o con redditi medio-alti potrebbero non vedere vantaggi significativi; in alcuni casi la nuova misurazione può ridurre piccoli vantaggi di cui fruivano finora.
Il governo, tramite il Ministero dell’Economia, inserisce la revisione dell’ISEE in un pacchetto di politiche sociali che il DPB quantifica in circa 3,5 miliardi nel triennio. Tra le misure citate emergono il rafforzamento di alcuni bonus familiari, un contributo per i genitori dei nati del 2026 e un sostegno alle mamme lavoratrici. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che molte agevolazioni locali saranno ricalibrate sulla base del nuovo indicatore, con effetti che variano da regione a regione.
Nel corso dell’anno, quando la Legge di Bilancio 2026 sarà definita nei dettagli, arriveranno i decreti applicativi che stabiliranno i correttivi tecnici. Per ora la direzione è chiara: più equità verso chi ha carichi familiari e meno penalizzazioni per chi detiene immobili modesti. Rimane comunque importante la valutazione caso per caso: per molte famiglie il cambiamento sarà percepibile nelle procedure quotidiane di accesso ai servizi.